Neolaureati, in arrivo i 24 CFU insegnamento?

Neolaureati, in arrivo i 24 CFU insegnamento
È possibile che i corsi per il conseguimento dei 24 CFU insegnamento possano essere ripristinati, nonostante siano stati abrogati dalla Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti. Infatti, diverse fonti avevano già ipotizzato questa eventualità alcuni mesi fa.   Il ritardo nella pubblicazione del DPCM 60 CFU e il silenzio che circonda l’avvio dei percorsi abilitanti di formazione iniziale stanno causando preoccupazioni tra gli addetti ai lavori.    Per questo motivo, è stata avanzata la richiesta di riproporre i 24 crediti formativi universitari nelle materie antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche, che erano stati probabilmente accantonati troppo in fretta per far spazio ai nuovi 60 CFU.   È importante sottolineare che questa non è solo una questione di numeri di crediti formativi, ma riguarda l’intera Riforma Bianchi e il suo impatto sulla qualità dell’istruzione in Italia. Garantire il diritto alla formazione dei futuri docenti è fondamentale per il futuro del sistema educativo.  

Neolaureati, in arrivo i 24 CFU insegnamento? La richiesta di Giovannini (Gilda-Unams)

Secondo quanto denunciato dalla federazione Gilda-Unams, la lentezza nell’attuazione della Riforma Bianchi potrebbe avere ripercussioni negative soprattutto sui neolaureati.    Sebbene fosse stata prevista una fase transitoria per l’acquisizione dei 24 CFU fino al 31 dicembre 2024, molti aspiranti docenti rischiano di rimanere senza sia i 24 CFU che i 60 CFU, questi ultimi ancora da avviare.    La richiesta della Gilda-Unams di ripristinare i corsi per l’acquisizione dei 24 CFU insegnamento, almeno fino all’avvio dei percorsi abilitanti di formazione iniziale, evidenzia la necessità di una revisione dell’intera Riforma Bianchi. Non solo al fine di garantire il diritto alla formazione dei futuri docenti. Ma anche per valutare l’impatto a lungo termine delle nuove norme sulla qualità dell’istruzione in Italia.   “Attualmente – ha dichiarato Giovannini – la situazione è incerta: i 24 CFU sono scaduti il 31 ottobre 2022, mentre per conseguire i 60 CFU occorre organizzarsi con le università. Per questo auspichiamo l’emanazione di una norma che garantisca la validità dei 24 CFU per tutti coloro che si stanno laureando e che desiderano accedere alle GPS il prossimo anno”.    

24 CFU in arrivo? Giovannini e i limiti della Riforma Bianchi

Secondo quanto affermato dalla responsabile nazionale dei precari del sindacato Gilda-Unams, Patrizia Giovannini, i ritardi nell’attuazione della Riforma Bianchi potrebbero avere conseguenze negative soprattutto sui neolaureati.    Le eccezioni previste dalla fase transitoria non sarebbero sufficienti e molti aspiranti docenti rischierebbero di non avere né i 24 CFU insegnamento, ormai scaduti, né i 60 CFU ancora da acquisire.   Per questo motivo, la Gilda-Unams ha sollecitato la riproposizione dei corsi per l’acquisizione dei 24 CFU insegnamento, almeno fino all’avvio dei percorsi abilitanti di formazione iniziale.    “Va però detto – ha concluso – che la questione non si limita esclusivamente al numero dei crediti richiesti. Bensì richiede un ripensamento dell’intera Riforma Bianchi. Ciò non solo al fine di garantire il diritto alla formazione dei futuri docenti, ma anche di valutare l’impatto a lungo termine delle nuove norme sulla qualità dell’istruzione in Italia”.